Bibi Graetz, elogio dei sogni
Bibi Graetz è, a tutti gli effetti, come un dipinto. Se dovessi sceglierne uno in grado di descriverlo almeno un po’, forse sceglierei il Campo di girasoli di Van Gog oppure il Paesaggio con papaveri di Monet. Come un dipinto, al primo sguardo intuisci gli elementi saglienti, ma serve tempo, molto più tempo, per capirlo in tutta la sua essenza. E così, dopo due giorni con Bibi Graetz trascorsi tra Fiesole e l’Isola del Giglio – i suoi due campi base – non si può certo credere di sapere tutto dell’uomo, ma di averne compreso alcuni tratti sì, a partire dall’affascinante blend che compone il suo stile: l’estro dei grandi artisti e il rigore dei veri artigiani.
“Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”, diceva Nelson Mandela e sì, questa citazione calza a pennello per descrivere anche Bibi Graetz e la sua tenacia, animata anche da un pizzico di sana follia. Non può bastare un articolo di giornale per raccontare la storia di uno dei vignaioli più iconici e istrionici d’Italia, ma proviamo a dare qualche suggestione.
Ci troviamo sulle dolci colline di Fiesole che avvolgono la splendida città di Firenze. La tenuta fino al 2019 sorgeva attorno al Castello di Vincigliata, un’antica costruzione medievale risalente al 1031, ristrutturata nel 1851 e acquistata dalla famiglia Graetz nei primi anni ‘60. È qui che Bibi decide di dare il via alla sua vocazione di vignaiolo, dopo anni trascorsi a dipingere: arte e vino, del resto, non sono paradigmi così distanti tra loro. L’avventura inizia con i vigneti di famiglia nel 2000: Testamatta è la prima vigna sotto il castello che viene lavorata da Bibi, da cui nascerà il primo dei suoi due vini più premiati. A seguire, arriva Colore e anche per questo vino è subito successo. Già dalla prima annata di produzione la critica enologica internazionale lo ricopre di punteggi da Hall of fame. Nel 2003 la carriera di Bibi arriva a un punto di svolta: un amico, che avrebbe partecipato a una competizione al Vinexpo di Bordeaux, gli chiede una bottiglia del suo Testamatta, che avrebbe portato in gara. A seguito della competizione, riesce ad aggiudicarsi il premio come miglior vino rosso del mondo, e inevitabilmente il nome di Bibi Graetz raggiunge in poco tempo la fama mondiale. Il risultato dà forza e ancora più coraggio: la strada è quella giusta e anche le stelle sono propizie. Nel 2018, Testamatta e Colore entrano nella Place de Bordeaux, secondi vini italiani dopo il Masseto a fare capolino sul più importante palcoscenico internazionale, il sistema di vendita più raffinato che esista, dove passano solo grandi bottiglie di grandi produttori. I più importanti mercanti di fine wines sono qui, scelgono le loro gemme e si occupano di distribuirle capillarmente nel mondo fra i collezionisti e gli appassionati. Nello stesso anno, la svolta: Graetz decide di rivoluzionare tutto e di portare la sua produzione da qualche decina di migliaia di bottiglie a quota 200mila. L’estero vola, la ribalta interazionale è definitiva.
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E ora andiamo in vigneto e in cantina. Passeggiamo tra i vigneti di Fiesole, dove tra qualche tempo sorgerà la nuova cantina. La vista è da togliere il fiato: un cono di vigneti e prati scoscesi incornicia Firenze e la cupola di Santa Maria Novella. Graetz predilige varietà autoctone e antiche vigne. Così, da vero ricercatore artistico, individua altre parcelle con antiche viti in giro per la Toscana, recupera appezzamenti di campagna in Rufina, Greve, Panzano e Isola del Giglio, passando dagli iniziali due ettari agli attuali oltre 50 ettari vitati, condotti in regime biologico. Sangiovese prima di tutto, ma anche Ansonica, Vermentino e Trebbiano sull’Isola del Giglio, in terrazzamenti che cadono a picco sul mare, con pendenze da vera viticoltura eroica: l’uva viene raccolta e trasportata a mano inerpicandosi su ripidi e assolati pendii, che si possono raggiungere solamente a piedi o con piccoli mezzi come le Ape Car. Vicino a Fiesole, le antiche vigne poggiano su terreni di galestro e argilla, mentre le varietà del Giglio affondano le radici su suoli di granito. In cantina, il legno è una presenza essenziale, sapientemente dosato per trasformarsi in eleganza e longevità, non in potenza.
Dal 2019 la cantina di Bibi Graetz si è trasferita dal castello di famiglia a Fiesole, grazie all’acquisizione dell’Hotel Aurora. Gli spazi della famosa discoteca dell’hotel oggi ospitano gli ambienti di vinificazione in tini di acciaio e troncoconici di rovere, ma la palla girevole del night club è rimasta, ci piace pensare perché il vino è anche musica e quello di Bibi è un vino che balla (ovvero un vino che danza nel calice regalando espressioni artistiche in formato liquido), un vino rock. L’ingresso della cantina è direttamente sulla piazza centrale di Fiesole, sulla terrazza panoramica che regala allo sguardo il meglio di Firenze e dove un tempo sorgeva lo storico Blu Bar, luogo di ritrovo dei giovani fiorentini. La sala degustazione si trova in quella che era la pizzeria che è anche stata teatro di un film di Leonardo Pieraccioni. Le stanze che un tempo hanno ospitato la Regina Vittoria e la Regina Margherita, adesso accolgono barrique e botti colme di Sangiovese.
Qualsiasi vino di Bibi Graetz è una pennellata di bellezza autentica del territorio, immortalata in ogni sua bottiglia. Vini fuori dagli schemi che, oltre ad avere etichette di grande fascino realizzate dal vignaiolo stesso o dai suoi quattro figli (per la linea Balocchi), sono dotati di profondità e aristocrazia uniche. Questa è la sintesi di tutta la produzione di Bibi Graetz, che abbiamo avuto modo di degustare nei due giorni di visita al produttore. Ogni etichetta racchiude anche un tratto della personalità indomita di Graetz, la sua tenacia e la sua dimensione onirica, in cui Bibi si muove libero, persino di decidere di cambiare tutto perché quello è ciò che gli dice l’istinto. Che finora non lo ha mai tradito.
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BIBI GRAETZ TESTAMATTA ROSSO, VERTICALE 2015-2022
Ottenuto da sole uve Sangiovese, proveniente dalle colline di Fiesole, si rivela sin dai primi istanti della degustazione con una personalità articolata e avvincente. La vinificazione avviene in barrique, dove il mosto fermenta spontaneamente grazie alla presenza di lieviti indigeni, con 6-8 follature manuali giornaliere eseguite a intervalli regolari. Il successivo affinamento ha una durata di due anni ed è svolto in barrique di rovere francese in cui una piccola parte dei legni, circa il 10%, è nuova. Testamatta profuma di frutta per poi virare verso spezie, chiodi di garofano, cuoio e tabacco. Concentrato al palato, entra in bocca con un sorso elegante, contraddistinto da un’acidità equilibrata ma ben presente, con una freschezza agrumata e dei tannini morbidi e definiti che allungano in un finale aromatico persistente di arancia sanguinella.
L’ultima annata costa circa 100 euro
BIBI GRAETZ COLORE ROSSO, VERTICALE 2015-2022
Ottenuto da un raro e sapiente assemblaggio di 3 vitigni, solo nelle annate migliori, di varietà Sangiovese, Canaiolo e Colorino in parti uguali. Ogni vitigno apporta alla conclusione della vinificazione delle caratteristiche sensoriali determinate e complementari tra di loro: il Colorino apporta note ampiamente fruttate e freschezza; il Sangiovese dona la sua struttura; il Canaiolo la sua speziatura tipica di pepe verde. Il Colore fermenta con lieviti indigeni in botti di legno e, durante questo processo, subisce svariate follature giornaliere prima di affinare per 30 mesi in barrique di rovere francese. Al naso il bouquet aromatico scivola tra profumi di frutta come cassis, ciliegie, more e mirtilli in confettura e attraversa note di fiori appassiti, tabacco, pepe e humus, con tocchi di cacao amaro e spezie orientali. Al sorso spicca l’estrazione minerale, in un insieme avvolgente sorretto da una vena fresca che riporta al gusto le arance amare.
Cecchetto Giorgio Incrocio Manzoni IGT 2022
L’ultima annata costa circa 380 euro
BIBI GRAETZ BALOCCHI DI COLORE N°1, N°3 E N°8 2020
Prima annata rilasciata da pochi mesi di questo che lo stesso produttore definisce il suo «giocattolo». Ogni bottiglia è prodotta in appena 3mila pezzi e le etichette sono state disegnate da tre dei quattro figli di Bibi, ossia Margherita (nr 1), Ingrid (nr 3) e Ludovico (nr 8). Tutte e tre affinano per circa 20 mesi in legno. I numeri, ispirati alle etichette di Penfolds, si riferiscono alle parcelle di vigneto e all’ordine della loro acquisizione nel tempo.
Balocchi di Colore N°1 proviene dalle più vecchie viti di Sangiovese del vigneto di Vincigliata, grappoli che sono sempre stati usati come componenti del blend di Colore grazie alla loro brillante acidità e note balsamiche.
Balocchi di Colore N°3 è 100% Colorino, un vitigno che ricorda il Petit Verdot di Bordeaux – come condimento, come colore, al gusto -, al naso profuma di prugne, ciliegie scure e prugne selvatiche, pepe Szechuan, grafite, foglie di tè nero, tocchi minerali. Al sorso è ricco, sontuoso e scuro. Forse il mio preferito dei tre.
Per un pugno di patatine
Balocchi di Colore N°8 è un omaggio al Canaiolo, vitigno che fa parte della storia centenaria della viticultura toscana, portando colore, acidità e bevibilità ai vini del Chianti. Frutta rossa, acidità e una nota intensa di peperone sono i tratti distintivi di questa edizione.
La cassa da tre con cui sono state rilasciate le tre etichette costa 1.400 euro. Oggi sono disponibili anche singolarmente al prezzo di circa 400 euro.
BIBI GRAETZ SOFFOCONE DI VINCIGLIATA 2020
Vino capace di mettere d’accordo sia i wine lover più smaliziati, sia quelli in erba, a contribuire alla fama di questo vino è stato sicuramente anche il nome goliardico. Profumi di frutta matura, fiori, spezie dolci e tostate accompagnano un sorso morbido, equilibrato e avvolgente. Accanto a un 90% di Sangiovese, ritroviamo anche piccole percentuali di Canaiolo e Colorino, vitigni autoctoni della Toscana: la fermentazione del mosto avviene in vasche d’acciaio per una decina di giorni, periodo in cui si susseguono diverse follature manuali. L’affinamento finale ha una durata di 15 mesi e avviene in barrique di rovere francese. Un’etichetta che va abbinata alle grandi carni rosse e ai piatti a base di selvaggina, come le pappardelle al sugo di lepre della Casa del Prosciutto di Fiesole.
Costa circa 40 euro
BIBI GRAETZ CASAMATTA ROSSO 2022
Sangiovese di grande bevibilità e straordinario rapporto qualità prezzo (20 euro). Profuma di frutta rossa matura e di erbe aromatiche, con dettagli di violette fresche. Al sorso è scorrevole e molto fruttato, di ottima freschezza e morbidezza.
Maialino croccante e cozze
… Isola del Giglio
Se non ci siete mai stati, sappiate che questa è un’isola impervia, rimasta avvolta dalle atmosfere degli anni Cinquanta. Sono appena 500 gli isolani che qui risiedono tutto l’anno. L’agricoltura è scomparsa quasi del tutto, il turismo dura un paio di mesi: si vive così, custodendo gelosamente le proprie tradizioni e “accontentandosi”. E da qui nasce il nuovo sogno di Bibi Graetz: quello di riportare vita su quell’isola che negli anni Ottanta era il ritrovo del jet set e degli artisti, un luogo magico pieno di contaminazioni dove Bibi ha passato infanzia e gioventù, tutte le estati. Ne conosce ogni angolo, ogni vigna, anche quella più dimenticata. Da qui nasce l’idea di produrre la versione in bianco dei suoi due vini più iconici: un modo per far capire il valore che può avere recuperare la viticoltura del luogo e che si inserisce in un progetto più grande e corale che, forse, vedrà la realizzazione nei prossimi anni. La tenacia di questo vignaiolo ci fa scommettere che anche questo sogno si realizzerà, accompagnato dalla chitarra di Alessio, il cantastorie dell’isola, e dalla benedizione dei vecchi, che producono il loro vino per farsi compagnia nelle lunghe giornate d’inverno.
BIBI GRAETZ CASAMATTA BIANCO 2023
Prima annata di questa etichetta dal profilo immediato, succoso e beverino, un vino bianco ottenuto da uve Vermentino, Trebbiano e Moscato che profuma di fiori freschi, frutta tropicale ed erbe mediterranee, mentre al sorso è fresco, sapido e di grande equilibrio, dalla facile e compulsiva bevibilità. Il naso è connotato da un bouquet rinfrescante, in cui fiori e frutta, declinata anche con sfumature tropicali, vengono arricchite da lievi rimandi alle erbe aromatiche. All’assaggio è di corpo leggero, connotato da un sorso sapido dotato di una bella linea, facilmente scorrevole al palato. Chiude con un retrogusto aromatico, che riporta alla mediterraneità di questo vino. Perfetto con gli spaghetti alle vongole.
Costa circa 22 euro
Baccalà mantecato
BIBI GRAETZ TESTAMATTA BIANCO 2021
Bianco non convenzionale, nato, come dicevamo, dal desiderio di Bibi di raccontare il vino gigliese. Affina per 12 mesi in barriques e sembra risplendere di luce propria. Complesso e, al contempo, freschissimo, profuma di mele cotte e pesche gialle mature, note minerali e cenni di cioccolato e tocchi tostati. Al palato è concentrato e pieno, con una chiusura lievemente fumé. Ottimo in abbinamento al pesce azzurro.
Costa circa 100 euro
BIBI GRAETZ COLORE BIANCO 2021
Nasce da un vigneto secolare, affacciato sul mare; Ansonica in purezza, affinato in barrique nuove e in acciaio per 8 mesi, è un vino sorprendente, che profuma di zagara e ginestra, pesca gialla e pasta di mandorle, con toni iodati sul finale. Al palato è fresco, sapido e scorrevole, perfetto con un risotto alla marinara.
Costa circa 320 euro
Prossima sfida? Diventare ancora più famoso in Italia: in quest’ottica da febbraio 2024 Graetz ha scelto Meregalli per la sua distribuzione.