Una delle cose che ci piacciono di più del vino è la sua capacità di raccontare storie e tradizioni, e talvolta anche insegnare cose nuove, oppure dare un’occasione per ripassare nozioni apprese sui banchi di scuola. E’ il caso di questo vino, che in primis ci riporta alla memoria grazie al suo nome l’artista per eccellenza, Orfeo appunto, che dell’arte incarna i valori eterni, ma anche di uno sciamano, capace di incantare animali e di compiere il viaggio dell’anima lungo gli oscuri sentieri della morte. I due miti salienti legati alla sua figura sono quello della katàbasis (discesa agli inferi) che egli compie per riportare in vita la sposa morta, Euridice, e quello della morte avvenuta per sbranamento da parte delle menadi. Secondo una versione, Orfeo sarebbe riuscito a riportare Euridice dagli inferi, mentre secondo quella diventata classica, pur avendo persuaso con il suo canto le divinità infere, sarebbe fallito nell’impresa, per aver violato la condizione di non voltarsi indietro lungo il percorso verso la terra in cui doveva precedere la donna; quanto alla morte, essa viene attribuita anche al fulmine di Zeus, anziché alle menadi.

Un personaggio, insomma, profondo e misterioso, che ammanta di fascino anche questo vino che ha il “coraggio” di portarne il nome. La cantina Paolo Leo, realtà produttiva a conduzione famigliare che da ben quattro generazioni gravita intorno al comune di San Donaci, in Puglia, ha una particolare prediliozione per il Negroamaro, allevato con il tradizionale alberello pugliese di 50 anni, a potatura corta, con speroni a due gemme. Dopo la raccolta, che avviene alle prime luci del mattino, i grappoli vengono pressati in modo soffice, poi segue la fermentazione in acciaio, quindi l’affinamento prima in acciaio per 3 mesi, poi per 12 mesi in barrique di rovere francese e americano.

E’ così ch nasce il Negroamaro Orfeo, un prodotto che ammicca anche agli appassionati di vino in erba, dai profumi ricchi e varigati che spaziano dalla frutta all spezie, frutti di bosco, pepe nero, vaniglia, con qualche tocco balsamico. Al sorso è morbido, rotondo, contemporaneo e intraprendente, con aromi di more, gelsi e lampone, perfetto da abbinare a salumi, selvaggina, paste al sugo e arrosti.

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