Più che a canestro le stelle della Nba ultimamente stanno saltando sempre di più … dento il calice. Una passione, quella del vino, che sta esplodendo in modo planetario anche e soprattutto nel mondo dello sport. Sia come passione da degustare sia come attività finanziaria. A noi, però, interessa il primo caso. Non sono solo calciatori o ex calciatori, allenatori o personaggi che attorno al rettangolo verde del “più bello sport del mondo” hanno formato e fatto crescere le proprie fortune, personali e professionali, a interessarsi a questo fantastico mondo fatto di terra, fatica e attesa. Oggi sta emergendo una wine passion anche in altri ambiti, nel caso che racconteremo sotto canestro. Soprattutto in America.

Tutto sembra abbia preso avvio attorno al 1996, quando il mitico allenatore dei Sant Antonio Spurs, Gregg Popovich, era solito festeggiare le vittorie con cene di squadra accompagnate da bottiglie di vino. Non solo degustazione però caratterizzava questi momenti di festeggiamento. Coach Popovich teneva infatti vere e proprie narrazioni sulle caratteristiche, peculiarità, curiosità dei vini.  Da qui sembra sia nata un’attrazione sempre più crescente tra i giocatori Nba e il good wine.

Testimonial, oggi, di questa vicinanza tra sport e vigna, o meglio, e cantina lo dimostra un recente video pubblicato sul profilo Instagram del la stella dell’Nba Jimmy Butler. Ma la squadra è bella ampia visto che da tempo Dwyane Wade, LeBron James, Carmelo Anthony e Chris Paul, per citarne alcuni, non disdegnano di pubblicare scatti in accompagnamento con bicchieri di vino. Senza contare chi non solo il vino lo mette in calice ma lo produce proprio come gli ex cestisti Dwayne Wade, Yao Ming, Channing Frye o sportivi ancora in campo come James Harden, Klay Thompson e Christian James McCollum. 

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Che Jimmy Butler abbia una profonda venerazione per il nettare di Bacco lo testimonia lo stesso atleta con dichiarazioni che lasciano poco spazio all’immaginazione. A seguito del ko registrato in gara 4 dai suoi Miami Heat contro i Boston Celtics, nel maggio dell’anno scorso, il suo primo commento è stato: “Come reagiremo? Ascolteremo musica, berremo qualche birra, forse un po’ di vino… Non ci si può concentrare sempre sulla pallacanestro, bisogna staccare ogni tanto. Devi affidarti alle tue abitudini Sorrideremo, rimarremo uniti come sempre e andremo a prendercene una in trasferta”…

La guardia dei Miami Heat, nel video postato recentemente sul proprio profilo instagram, sotto l’hastag winlovers, lo stesso racconta ai “seguaci” di aver fino finora riempito la sua cantina, all’interno della mega epica villa nel sud della California, dalla capacità di 20.000 etichette, ventimila (!), con “sole” 6.000 bottiglie di vino. Alcune delle quali rare, da collezione, personalizzate per il campione Nba (Cos d’Estournel e Château Ducru-Beaucaillon Saint-Julien 2019) quindi super esclusive. Una cellar (cantina), che è stata realizzata assieme all’intera casa, da Tiffany Brooks Interior, degna di un collezionista di altissimo, e facoltoso, livello. Tanto Bordeaux con, per esempio, magnum di Château Pétrus, verticali di Château Latour e Château Haut-Brion, Château Mouton Rothschild. Tantissime declinazioni di Pinot noir, vitigno profondamente amato da Butler, non mancano.

In questo mare sterminato di bottiglie si nota una discreta vetrina, si fa per dire discreta, visto la mole di etichette presenti, dedicata a uno dei simboli dell’eccellenza assoluta della vigna italiana: il Sassicaia della Tenuta San Guido. Vino che lo stesso cestista definisce come “il mio vino preferito”. La realtà vitivinicola del Bolgheri (zona produttiva molto amata dalla guardia americana), alcuni anni fa, altro video docet, è stata visitata dello stesso Butler con tanto di fotografie e dediche, reciproche, tra il campione Nba e Priscilla Incisa della Rocchetta.

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Tra le bottiglie che riposano nel forziere domestico e sotterraneo, in cui oltre alla funzionalità del mantenimento si nota un design elegantissimo e raffinato, ci sono anche testimonianze californiane tra cui numerose etichette, e annate, del Cabernet Sauvignon “Screaming Eagle” di Stan Kroenke (soprannome della 101ma divisione aviotrasportata americana). La prima bottiglia fatta uscire, oggi introvabile, corre l’anno 2014, costa quattro volte un Chateau Lafite.

Ma Butler non è il solo. Solo per fare un esempio, e che esempio, qualche anno fa, infatti, fece notizia l’arrivo in Maremma, precisamente nella cantina Monteverro in terra di Capalbio, niente popò di meno cheThe King” Lebron James, (75milioni di follower). Che il più grande giocatore contemporaneo, e tra i migliori della storia del basket professionistico, ami i grandi cru di Bordeaux o testimonial in calice della Napa Valley come Mayacamas, non è un segreto. Ma “The Chosen One” (Il prescelto) non disdegna nemmeno il lessico enoico Made in Italy. Sempre nel suo profilo Instagram, infatti, è possibile notare come il Playmaker non disdegni il Sassicaia (annata 1997), l’Amarone della Valpolicella Speri (2013), senza dimenticare il Brunello di Montalcino di Uccelliera, un altro Amarone, questa volta firmato da Quintarelli o il Montepulciano d’Abruzzo di Emidio Pepe.