Non è facile tracciare un quadro univoco dei primi sei mesi del 2024 per i consumi di vino e spirits, a dimostrazione che l’anno non è tra i più euforici e i comportamenti di acquisto sono altalenanti e dipendono dal segmento di business e clientela. Ma una cosa è certa: la voglia di brindare degli italiani e dei turisti che arrivano nel nostro Paese non è finita, anche se magari deve fare i conti con il portafogli.

Per cercare di fare una panoramica sui trend 2024 del nettare di Bacco e delle bevande spiritose, trainate indiscutibilmente dalla mixology, abbiamo intervistato quattro tra i principali distributori italiani.

«La situazione socio-economica globale di fine 2023, soprattutto dall’estero (Europa centrale, Inghilterra e Germania in particolare) faceva prevedere che quest’anno il consumo di vino sarebbe stato “più ragionato” – fa sapere Antonio Guerra, responsabile vendite di Compagnia del vino -. Nel primo semestre 2024 abbiamo registrato un maggiore interesse per i vini quotidiani a scapito dei vini di culto, dei vini icona, che sicuramente restano l’oggetto del desiderio ma di una più esigua parte di pubblico. Questa fascia di prodotto ha registrato un calo della richiesta quotidiana da parte del trade». Il freno non riguarda solo lo Champagne – dove soffrono soprattutto i récoltant piuttosto che le grandi Maison che hanno invece più armi e prontezza di reazione – ma la contrazione riguarda tutti i vini premium e super premium in modo trasversale, dalle Langhe al Barbaresco e al Barolo fino al Brunello. «I nostri fiori all’occhiello sono aziende del calibro di Tenuta di Biserno e Pol Roger, ma abbiamo cercato di leggere le tendenze ampliando la gamma di prodotti nella direzioni di vini più smart, sempre di altissima qualità – prosegue Guerra – come il Trento DOC di Borgo dei Posseri o Capanna di Cencioni, una delle realtà storiche del Brunello. Ancora più decisiva si è rivelata la scelta di estendere il nostro portfolio su referenze bianchiste, dettata da un mercato che predilige 9 mesi su 12 il consumo di vini bianchi: da quest’anno il nostro catalogo include infatti il Domaine Francois Carillon, nome storico Puligny Montrachet (dal 1520) e dalla Loira Domaine Du Buchot (Pouilly Fumé) pioniere del biodinamico e Domaine “rivelazione dell’anno 2022” secondo Revue de Vins de France, e Jean-Paul Picard azienda storica in Sancerre. Si è puntato su Eric Boigelot a Mersault, un micro artigiano bravo a esaltare sia lo Chardonnay, bacca simbolo di quella zona e rinomata il quel villaggio, sia il Pinot Nero, coltivato in aree più fresche come Monthelie».

Estate complicata, ottimismo per l’autunno, questo è il modo di Pietro Pellegrini, fondatore dell’azienda azienda bergamasca attiva nella distribuzione di vini, liquori e distillati di qualità dal 1904, che ha chiuso il 2023 con un giro d’affari di quasi 24 milioni di euro. «Dovessi trovare un titolo per quest’estate sarebbe “Una seconda estate complicata” – commenta Pellegrini -. Si sta ripetendo quanto è successo lo scorso anno, per tutta una serie di motivi che sono stati più volte elencati. Il servizio della distribuzione, però, aiuta ed è proprio in questi momenti che noi distributori facciamo la differenza. Il trend non cambia: spumanti e vini bianchi sono quelli che vanno per la maggiore, bene anche rosati e rossi che si possono bere freddi. Ottimismo è la parola d’ordine per il dopo estate».

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Anno non facile, ma i numeri restano positivi. Lo conferma Corrado Mapelli, direttore generale di Gruppo Meregalli, colosso della distribuzione che ha chiuso il 2023 superando i 99 milioni di euro di fatturato (99.443.000 euro per la precisione) per un +7.99% rispetto al 2022. In crescita tutte le aziende del gruppo, con in vetrina Visconti43 che aumenta il fatturato del 27% dopo la trasformazione da Srl in Sp. «Il 2024 è un anno di riflessione – osserva Mapelli -. Successivamente ad anni come 2021, 2022, 2023 post Covid caratterizzati da euforia ed entusiasmo, il 2024 ci riporta agli standard a cui eravamo abituati negli anni pre 2020. Per noi l’andamento è positivo, riscontriamo una crescita: in funzione di ciò che abbiamo detto, non a doppia cifra, ma direi che va già bene così. La situazione climatica non è stata favorevole ma essendo finalmente entrati nella stagione estiva, si conferma in maniera predominante una grande attenzione ai vini bianchi, non solo leggeri e facili da aperitivo, bensì anche a tutto pasto. Il fenomeno rosé presenta una crescita percentuale più significativa di tutte le altre categorie, seppur il valore assoluto è ancora molto basso. Purtroppo, da segnalare più difficoltà nel settore spirits, il cui consumo è più condizionato dalle condizioni meteo poco favorevoli. Siamo molto contenti per il primo semestre relativamente all’ingresso di Bibi Graetz, mentre a partire da settembre inizieremo una nuova joint venture, quindi non solo un rapporto di distribuzione, con la cantina di Suvereto Gualdo del Re. Avendo chiuso un primo semestre in positivo e avendo già riscontrato dall’estate 2023 un mercato più tranquillo, riteniamo di poter affrontare il secondo semestre ottimisti di mantenere l’incremento a oggi guadagnato rispetto la controcifra».

Se per Mapelli gli spirits fino a oggi hanno sofferto, in Trentino, da Proposta Vini, il sentiment è esattamente il contrario: «I vini fermi a valore sono in linea con l’anno precedente (-1%), bollicine e Champagne sono invece in calo. Molto buona la performance degli spirits che fanno +40% a valore. A parte le grappe, che continuano nel loro trend negativo (-9%), crescono tutte le altre categorie: gin (+60%), amari (+84%), liquori (+73%)». A parlare è il fondatore dell’azienda che ha raggiunto quota 28 milioni di fatturato, Gianpaolo Girardi, che prevede di chiudere il 2024 comunque con il segno positivo: «L’andamento del fatturato totale nel periodo gennaio-giugno 2024 è in linea con l’anno scorso (+0,11%). Marzo, maggio e giugno sono stati i mesi più a rilento, mentre una buona performance è stata registrata a gennaio, febbraio e aprile. La situazione metereologica instabile in buona parte dell’Italia ha ritardato la partenza della stagione estiva: grandi città e zone turistiche a giugno hanno sofferto, tuttavia, dopo un mese di giugno in flessione, l’andamento del fatturato è tornato a essere in crescita e chiuderemo luglio a +20%. Crediamo di finire l’anno con una crescita tra il 4% e il 6%».