La “Conca d’Oro” è il nome con cui gli abitanti di Panzano chiamano l’avvallamento del paesaggio rivolto a sud: assomiglia a una vongola gigante piena di vigne. Il nome, tuttavia, deriva dall’epoca in cui qui si coltivava il grano, che rendeva l’anfiteatro naturale dorato al bagliore del sole pomeridiano.

È proprio qui che si trova la Tenuta La Massa, la cui produzione di vino è documentata già nel XV secolo, ed è qui che approda Giampaolo Motta, nel 1992, dopo aver lavorato in rinomate cantine del Chianti Classico: per dieci anni, con l’aiuto dell’enologo Carlo Ferrini e di Stéphane Derenoncourt di Bordeaux come consulenti, Giampaolo Motta sperimenta i vitigni previsti dal Consorzio Chianti Classico, diversi cloni e portainnesti, Guyot e Cordon, ma i risultati non lo soddisfano: esce così dal consorzio e inizia a condurre una viticoltura personale, d’ispirazione bordolese, seguendo principi «né organici né biodinamici, ma logici e dinamici». La Massa è il primo vino prodotto e rappresenta la decisa identità di un territorio aspro come quello di Panzano, allo stesso tempo elegantemente vestita dalla personalità enologica del suo artefice, dove il Sangiovese dialoga con Cabernet Sauvignon e Merlot. Poi Carla 6, dedicato alla figlia Carla e all’appezzamento numero 6: Sangiovese in purezza, è il tributo a un vitigno che incarna la terra toscana. Giorgio Primo, in memoria del nonno, inizialmente (prima annata prodotta la 2007) presentava proporzioni variabili delle varietà bordolesi Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot o Alicante Bouschet, oltre al Sangiovese: un vino che è salito rapidamente nell’olimpo dei vini di punta italiani e che oggi è un taglio bordolese di Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot.

Giorgio Primo si affaccia per il secondo anno sulla Place de Bordeaux con l’annata 2020: l’uscita sarà coordinata da Barre & Touton “Le Vins d’Aileurs” attraverso un gruppo selezionato di negoçiants. Le percentuali dei diversi vitigni nel blend variano per ogni annata. Nella 2020, infatti, il Cabernet Sauvignon è presente in quota maggiore (75%) rispetto alle precedenti annate, poiché le sue raffinate trame tanniche hanno garantito un’espressione elegante della complessità climatica. Il Petit Verdot contribuisce con il 10% a rafforzare la struttura del vino mentre il Merlot è stato ridotto al 15%.

La 2020 è stata di difficile interpretazione nella fase finale della vendemmia, caratterizzata da temperature fredde e piogge continue. L’idea di Giampaolo sulla lettura del tempo e sulle sue viti ha condotto a una vinificazione orientata a far esprimere al massimo l’eleganza e la finezza del Cabernet Sauvignon: scelte in cantina che hanno garantito di esprimere pienamente il frutto e l’identità di un terroir tanto generoso quanto complesso.

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Rosso bordolese ricco e concentrato, Giorgio Primo al naso sprigiona sensuali profumi di frutta nera, frutti di bosco, liquirizia, grafite, tartufo, spezie e un tocco fumé. Al sorso è ricchezza, volume e consistenza, con un frutto succoso che si interseca ad aromi di cioccolato, spezie e crème de cassis, in una trama morbida ed elegante.

Costa circa 120 euro