In un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, in un piccolo borgo nella campagna friulana, ai confini con il Veneto, qui troviamo Vistorta. Nel 1872 Guido Brandolini, seguendo la sua passione agricola da vita alla tenuta. Arriva il flagello della fillossera, che decima gran parte dei vigneti, per la ripartenza si decide di puntare su alcune varietà internazionali e in particolar modo sul Merlot. Da allora molto è cambiato, ma il Merlot è ancora qui a raccontare la storia, presente, passato e futuro dell’azienda.

Passano gli anni e arriviamo a Brando Brandolini che, con la moglie Cristiana, tra anni ’50 e ’60, decidono di riportare la villa agli antichi splendori con l’intervento dello scenografo Renzo Mongiardino sulla villa e del famoso architetto paesaggista Russell Page per il giardino all’inglese. 

Colui che ha dato, con passione e tenacia, una visione alla parte vitivinicola dell’azienda è Brandino Brandolini, figlio di Brando, che dopo una laurea in agraria all’Università Texas A&M, inizia a fare esperienza a Bordeaux lavorando a Château Greysac. Da qui nasce il sogno di creare un grande vino rosso base Merlot. Tutto collima: i terreni argillosi calcarei, perfetti alla coltivazione dei vitigni a bacca rossa, e la similarità pedoclimatica con il Pommerol, confermando la scelta “lungimirante” presa da Guido a fine 1800.  

Leggi anche:
Sparkling night da Antica Barbieria Colla

Era una gran soiree tutta al femminile quella di mercoledì 14 dicembre in Via Gerolamo Morone, nel cuore del quadrilatero della moda di Milano. Un brindisi che viene dalla Franciacorta,…

Tornato a Vistorta, distribuito il Italia dal gruppo Meregalli, Brandino riprende le redini dell’azienda piantando nuove vigne di Merlot e iniziando a vinificare nella cantina della barchessa di Cordignano, con la collaborazione di Georges Pauli, enologo dei Domaine Cordier, e del giovane Alec Ongaro. 

Il Merlot di Vistorta

Le vigne del Merlot Vistorta hanno un’età media di 25 anni, con alcuni filari risalenti al 1918 nel vigneto Ridiel. I terreni sono ricchi d’acqua e drenanti, con le falde di limo che regalano al Merlot un carattere unico. Sedici le parcelle dedicate a questo vino, ogniuna è una realtà distinta; a seconda delle caratteristiche e dell’età d’impianto si sceglie un clone e un sistema di allevamento, niente è lasciato al caso. All’inizio si assemblavano le partite di Merlot con un 10% di altri vitigni internazionali, ma col passare del tempo, raggiungendo la maturità del prodotto in vigneto, si decise di passare alla vinificazione del Merlot in purezza. A partire dal 2008 l’azienda agricola è interamente a conduzione biologica.

Il Merlot Vistorta, prodotto dal 1989, è il vino che interpreta i luoghi del cuore della famiglia Brandolini. Tutto parte dall’acino che richiede viti mature con rese bassissime, ma dalla grande qualità. Ogni scelta è frutto di uno studio meticoloso, fondamentale è la degustazione degli acini di tutti i filari scelte che culminano al momento della raccolta. 

Si ottiene così un vino longevo specchio di una terra coltivata con amore e con rispetto. Ecco che il Merlot Vistorta diventa un vino che interpreta e ferma la storia in un calice, testimone degli anni che passano.

Leggi anche:
Grana Padano DOP orgoglio made in Italy

Chi non conosce il Grana Padano, prodotto unico ed orgoglio del made in Italy. Non esiste nessun’altra classificazione casearia che può utilizzare il termine “grana”. Ed è per questa ragione…

Merlot Vistorta la ricerca della materia prima

Il vigneto di Merlot Vistorta si estende su una superficie di 15,5 ettari ed è suddiviso in 16 piccole parcelle, ognuna vinificata separatamente per continuare a valorizzare la ricchezza e l’unicità della diversità in vasche di cemento con fermentazioni spontanee. Anche ogni singolo tino segue un proprio protocollo di vinificazione volto a mantenere intatto il patrimonio organolettico delle uve, variano sia gli orari dei rimontaggi sia il periodo di macerazione.

Il momento della svinatura viene deciso assaggiando ogni giorno ciascun tino, per valutarne l’evoluzione. Dopo la svinatura, tenendo separate ancora una volta le partite, si avvia la fermentazione malolattica, inducendola naturalmente solo con il controllo della temperatura.

Dopo 30 giorni di macerazione post-fermentativa, il vino affina in barrique di rovere francese (40% legno nuovo) per 18 mesi. Dal 2013 alcune partite vinificate in modo naturale entrano a far parte dell’assemblaggio finale, quantità in crescita ogni anno. Il vino viene infine imbottigliato senza filtrazione. Il 1999 è l’anno del cambiamento… si inizia a vinificare con vasche di ceramica, puntando sulla semplicità assoluta, la materia prima viene messa in primo piano e si cerca di intervenire il meno possibile. Ci si rimette in gioco per migliorare sempre, ma questo comporta sicuramente tanti sacrifici. Dal 2012 si inizia un percorso con macerazioni e micro-vinificazioni con barriques a cielo aperto, con follature manuali, molto delicate. Tutto questo per favorire i lieviti indigeni presenti sulle uve e per trasmettere al vino le note fruttate.

Vistorta Merlot in verticale dal 1997 al 2018

Leggi anche:
Cozze glassate

di Chef Davide Camaioni Ingredienti per 4 persone Per le cozze: 1 kg di cozze 200 ml di vino bianco secco 2 spicchi di aglio 200 ml di acqua Olio…

Vistorta Friuli Grave Merlot DOC 1997: il 1997 è stata una grande annata per molti vini italiani, lo dimostrano i tanti riconoscimenti ottenuti e Vistorta non fa certo eccezione. Il varietale del vitigno in questa annata è un po’ nascosto, ma relegala l’eleganza della classicità. Il naso sprigiona note terziare di evoluzione. Liquirizia, spezie, cacao, tabacco biondo, sottobosco, poi note balsamiche di erbe officinali, rosmarino e noci di cola. Il secondo naso rivela ancora note di frutta, chinotto, un tocco agrumato e ciliegia. In bocca bella la trama tannica con una buona freschezza… Un sorso accattivante, quasi rassicurante, che ti accompagna con note vellutate e ti attrae quasi senza capirne il motivo… Espressione di un classico senza tempo.

Vistorta Friuli Grave Merlot DOC 2003: un’annata calda, ma che dimostra come la vigna, se ben gestita, coccolata e assecondata, regala emozioni inaspettate. Note di frutta scura in composta, rabarbaro e poi ecco i terziari che accompagnano il bouquet. Legno di cedro, china, spezie dolci e calde che preannunciano la morbidezza del sorso. Qui il varietale è più evidente. Un calice che dimostra un Merlot di alto lignaggio.

Vistorta Friuli Grave Merlot DOC 2009: 12 mesi in legno piccolo e vasche di cemento. Il bouquet è affascinante e pieno, perfetto equilibrio tra note fruttate e note terziarie. Frutta dolce, piccoli frutti di rovo neri, sottobosco, un tocco di boisée, che da una sferzata di giovinezza. Ecco poi il balsamico e le erbe officinali. Un sorso schietto, tannini ben presenti che conferiscono pienezza e piacevolezza.

Leggi anche:
Sudafrica gourmet

La cucina in Sudafrica è una cosa seria: dai piatti della tradizione a quelli influenzati dalle cucine del resto del mondo; dal cibo di strada ai ristoranti stellati, tutto contribuisce alla “rainbow cuisine”,…

Vistorta Venezia Giulia Rosso IGT 2018 biologico: il calice regala bellissime note fruttate, frutta fresca e scura açaí, ribes nero, mora, visciola, rabarbaro e poi il balsamico, menta, pepe verde e spezie dolci, genziana, liquirizia e china. Al secondo naso ecco i dettagli del bouquet un tocco di cola, cioccolato e note tostate. Il vitigno è pienamente riconoscibile. Molto piacevole, bella la trama tannica, il sorso è pieno, elegante, con tocchi minerali e estremamente piacevole nella sua verticalità. Si vede la nuova mano dell’azienda che punta all’integrità della materia prima, per trasmettere nel calice il profumo e il gusto di un vitigno che interpreta un territorio. 

2009 e 2018 costano circa 35 euro

Leggi anche:
Quiche di cipollotti alle erbe

Ingredienti per 4 persone 250 g di Gorgonzola Dop 300 g di pasta sfoglia 1 ciuffo di basilico e di erba cipollina 2 uova 2 mazzetti di cipollotti 1 cucchiaio…

1997 e 2003 costano circa 60 euro